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Città della Scienza: Fiabe e filastrocche da vari paesi

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Posted by Aurora | Posted on 18:41 | Posted in

14 ottobra 2016:
Primaria e prime della secondaria a Città della Scienza per ascoltare fiabe e filastrocche da tutto il mondo, lette in lingua originale e nella traduzione italiana.

Progetto Cantastorie Itinerante: manifestazione finale

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Posted by Aurora | Posted on 23:05 | Posted in

Patricia e Ibrahim nel nostro auditorium con i loro figli a conclusione del percorso di confronto tra la cultura italiana e quella ivoriana.Oggi, 23 maggio, manifestazione finale con l'associazione Arcipelago della Solidarietà e AFN onlus. Proiezione del video girato nella nostra scuola, durante il laboratorio, e lettura delle storie inventate dai ragazzi delle classi 1^B e 2^A.


Antonio Erra, di 2^B, ha suonato il brano "Humoresque" di Faber.

Nell'auditorium tra i presenti c'erano alunni nati in Cina, India, Romania, Polonia, Brasile, Filippine!

Preparazione

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Posted by Aurora | Posted on 22:39 | Posted in

Oggi 20 maggio 2016 preparazione del concerto del pomeriggio nella chiesa di S. Eligio e  preparazione dell'auditorium per la manifestazione finale del progetto Cantastorie Itinerante che si terrà lunedì nell'auditorium.





Cantastorie itinerante

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Posted by Aurora | Posted on 23:32 | Posted in

Mercoledì 9 marzo secondo incontro del progetto. E' venuto anche il marito di Patricia, del Benin.Sono iniziate le riprese video....


.... e il lavoro sui cartelloni


Cantastorie : primo incontro

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Posted by Aurora | Posted on 18:52 | Posted in

Mercoledì 24 febbraio primo incontro del progetto Cantastorie itinerante con l'associazione Arcipelago della solidarietà, che gestisce case famiglia per rifugiati, una delle quali ospitata in un bene confiscato alla camorra ad Ercolano.
Le classi 1^B e 2^A hanno incontrato Patricia e la piccola Rebecca, provenienti dalla Costa d'Avorio.

Lettera del sindaco di Lampedusa

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Posted by Aurora | Posted on 17:45 | Posted in

Lettera di Giusi Nicolini Sindaco di Lampedusa

Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa
Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l'idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l'inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall'assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell'Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.
Sono sempre più convinta che la politica europea sull'immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l'unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l'Europa motivo di vergogna e disonore.
In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l'unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all'accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all'Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.

Giusi Nicolini

Justin, il nostro filippino italiano

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Posted by Aurora | Posted on 19:51 | Posted in

Justin è nato qui in Italia. Suo padre è qui da 25 anni, cioè quando aveva circa 21 anni, mentre sua madre più o meno 18. Suo padre che si chiama Roberto, non parla bene l’ Italiano perché non ha tempo per imparare bene la lingua. I dialoghi in famiglia sono corti, perché tra di loro cercano di parlare in Italiano visto che Justin non conosce il filippino. I genitori di Justin sono venuti qui per  lavoro perché nelle Filippine venivano pagati poco. Justin ha dei cugini che vivono in Canada ed alcune volte riesce anche a capirli quando parlano in Inglese. Non riesce a imparare il Filippino e la prof. ha detto che è importante parlare una lingua in più perché se non la impara è come se rinnegasse una parte di se stesso e poi potrà anche fare amicizia con alcune persone nelle Filippine, fare il mediatore culturale, l'interprete. I genitori ci tengono a fargli imparare la loro cultura e la loro lingua, questa sarebbe un’opportunità in più per lui, per  il suo curriculum, per lavorare.
Le scuole nelle Filippine sono molto grandi e ad ogni classe ci sono 50 alunni. Sono molto attrezzate e la biblioteca è molto grande, piena di libri. Si  entra verso le 5 di mattina e si esce alle 7 di sera,  quando c’è il prolungamento, se no verso le 4 e assegnano molti compiti.
È andato molte volte nelle Filippine. Ci sono posti dove è pulito e altri invece sporco ed il mare è inquinato, quindi va a fare il bagno in piscina. La capitale è tutta sporca, invece dove abita lui è più pulito e lì ci sono anche i parenti di sua madre.  

Per chi ha incontrato le srilankesi

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Posted by Aurora | Posted on 12:11 | Posted in

Sri Lanka: parata ricorda fine guerra

Celebrata vittoria sui ribelli indipendentisti delle Tigri Tamil

19 maggio, 09:12
(ANSA) - ROMA, 19 MAG - Una parata militare in Sri Lanka ha celebrato il terzo anniversario dalla fine della lunga guerra civile e della vittoria sui ribelli indipendentisti delle Tigri Tamil. Il presidente Mahinda Rajapaksa ha tenuto un discorso durante l'evento, per ricordare i soldati che hanno combattuto contro i ribelli. Migliaia i militari che hanno sfilato per le strade della capitale Colombo non senza polemiche. Nella guerra civile, durata tre decenni, si ritiene siano morte oltre 70.000 persone.

Intervista ai rifugiati

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Posted by Rory\Spence | Posted on 16:55 | Posted in ,

" La crisi è mondiale,ma l'Africa ha problemi più gravi". Niente è più vero di questo. E' difficile vivere in paesi poveri,dove ci sono fame e guerre. E' difficile vivere in Chad, fra i disastri della guerra con il Sudan e quelli della guerra fra nord e sud, dove gli unici che vanno a scuola sono quelli che simpatizzano per l'indesiderato Presidente. E' difficile solo andare a scuola con altri 100 ragazzi stipati nelle classi. Paesi che hanno tanto da offrire se solo ne avessero la possibilità. Ma è altrettanto difficile vivere dove sei discriminato,guardato con disprezzo e indifferenza,senza avere la possibilità di rifarti una vita e di viverla appieno. E' questo il caso dei rifugiati che abbiamo intervistato. Costretti prima ad abbondare le loro famiglie nei paesi natali,poi ad abbandonare la Libia e poi ancora costretti a vivere in una camera d'albergo,malnutriti e disprezzati,queste persone ci hanno raccontato la loro vita,lasciando trasparire le profonde lacune sia dello stato che della gente. Infatti non vi è alcun programma di integrazione,sanità, sportelli d'informazione, i fondi che arrivano alla Protezione civile vengono spesi senza ritegno e,anche se in un primo momento a Lampedusa sono stati trattati bene,la situazione è peggiorata. E' incredibile come la gente non capisca che tutti hanno diritto alla vita! Non solo hanno patito la fame da praticamente sempre,non solo hanno dovuto lasciare i loro paesi natali per la Libia,non solo nella guerra libica hanno visto le bombe della NATO schiacciare tutto,non solo hanno dovuto affrontare un viaggio in mare senza saper nuotare,stipati in un barcone come sardine,con la paura di morire, adesso devono anche sopportare le discriminazioni della gente. Ma per favore! Spero soltanto che in un futuro non troppo lontano la gente impari a guardarsi dentro e a dare a tutti uguali opportunità di vivere.
Roberta Nardi

attenzione!

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Posted by Aurora | Posted on 13:16 | Posted in

Un gruppo di ragazzi ha intervistato la signora peruviana e svedese. Solo Roberta ha trascritto i testi. Potete almeno leggerli e aggiungere altro o fare un commento all'incontro????? SFATICATI!

intervista a Catalin Enache il nostro amico rumeno

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Posted by vincenzo | Posted on 17:50 | Posted in

Oggi 4 maggio 2012 abbiamo intervistato dei nostri compagni di classe di origini straniere, Catalin, Emmanuel, Gianluca.Catalin è rumeno, Emmanuel filippino e Gianluca colombiano. Il nostro gruppo ha intervistato Catalin, gli abbiamo fatto diverse domande sul suo paese, sull'agricoltura, l'allevamento, il lavoro e la pesca.Catalin è venuto in Italia perchè i suoi genitori cercavano lavoro.Arrivato in Italia i primi mesi non si è trovato molto bene per via della lingua.
Lui in Romania mangiava le cose che ci sono anche in Italia, a parte la pizza.In Romania ci sono parchi e quartieri.Il parco più grande è Dumbrava. Le case hanno i tetti spioventi perchè piove e nevica molto spesso.L'agricoltura è molto diffusa e si basa su patate, cetrioli,  pomodori e poi c'è la coltivazione dei girasoli.
In Romania le lingue più parlate sono il rumeno e il dialetto locale.Si studiano le stesse materie, però al posto dell'italiano si studia il rumeno.C'è il mare, infatti la pesca è molto praticata.
Il lavoro più diffuso è l'autolavaggio, non ci sono cinema nella sua città, ma ci sono nella capitale, Bucarest, che è distante 248 km.Nella sua città la gente è molto educata, il dialetto non è molto diffuso.Nelle scuole Rumene i ragazzi vanno vestiti in giacca e cravatta e le ragazze con il grembiule.Catalin ricorda la gente della sua città. Anche i ragazzi lavorano, recuperando oggetti e rivenderli.L'allevamento si basa su i maiali, polli, galline.
Il costo delle merci e gli stipendi sono molto più bassi rispetto all'Italia.Il quadro storico è l'eroe Mihai Viteazu è stato il dittatore della Romania e ha guidato le guerre contro gli altri popoli.Le tradizioni sono : San Nicola che porta i dolci ai bambini piccoli, Santa Maria che si festeggia due volte all'anno, il 15 agosto è Santa Maria piccola, mentre l'8 settembre Santa Maria grande. I festeggiamenti per il  Natale sono simili ai nostri. però loro alla vigilia mangiano anche la carne, mentre da noi si preferisce il pesce e non fanno il presepe.La befana in Romania non si festeggia. A  Pasqua si usa dipingere le uova di gallina e poi si dice "Dio è risorto" e l'altro risponde "Si è vero è risorto" e battono 2 uova una contro l'altra.
Ora scriviamo una poesia che ci ha insegnato il nostro amico Catalin.
Un pitic atat de mic
facea baie in-trun ibric
de sapun sa inpiedicat
si piticu sa inecat.
vai vai ce pacat ca piticu sa anecat. Ora la traduzione
Un nano così piccolo
faceva il bagno in una caffettiera
sul sapone è scivolato
e il nano è affogato
oh oh che peccato
che il nano è affogato.

Intervista alla donna peruviana

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Posted by Rory\Spence | Posted on 17:19 | Posted in ,

Karim Roshio Velasquez Cordoba è una donna peruviana di 37 anni, da 5 anni in Italia: è arrivata qui grazie ad un'amica di sua sorella. Viene da una città chiamata Truyillo a nord della capitale,Lima, nella regione della Costa: viene chiamata la città della primavera per il suo bel clima. Ha una figlia arrivata qui a nove anni e subito si è ambientata.Laureata in Contabilità e Finanza, la sua laurea qui non è riconosciuta. La scuola,come un pò tutto, è diversa dall' Italia: ci sono 6 anni di elementari,5 di medie,3 anni tecnici e 5 di università e ci sono più alunni per classe. Le mancano le abitudini alimentari e musicali del suo paese: si mangia il riso praticamente sempre accompagnato con tutto,la pasta si mangia raramente e,anche se ne mangia molta e le piace, cucina spesso a base di riso, la pizza qui è più buona,ma molto più grande.La musica invece è molto più movimentata. La religione cristiana lì è molto più sentita:a Natale si va a messa e a mezzanotte,dopo la cena quando nasce Gesù,ci si passa la statuetta di quest'ultimo bambino come benedizione. Le persone sono molto conservatrici e,rispetto agli europei,sono molto più apprensivi e meno concessivi nei confronti dei giovani. Proprio per questo attaccamento alle antiche tradizioni c'è molto maschilismo e,anche se le donne stanno acquistando importanza, ci sono molte mamme giovani e single discriminate. C'è criminalità soprattutto legata alla crisi e il paese si batte molto per sconfiggerla. La realtà peruviana raccontata dalla signora Karim è più lontana dalla nostra e non credevo che ci fossero tante differenze soprattutto con la religione e con la scuola.
Roberta Nardi

Intervista alla ragazza svedese

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Posted by Rory\Spence | Posted on 16:57 | Posted in ,

Ida ,svedese, è una ragazza di 19 anni che vive da tre mesi in Italia per uno scambio culturale. Lavora come baby-sitter presso una famiglia e con Federico,il bambino di cui si occupa, parla inglese per insegnarglielo. Lei viene da Malmo e la Svezia di cui ci parla fa parte di una realtà a noi molto più vicina rispetto a quella della donna peruviana che abbiamo intervistato in precedenza: ci parla del poco attaccamento alla religione, ci parla delle scuole più belle,più grandi e più attrezzate,dei programmi trasmessi in inglese,ma sottotitolati in svedese,della crisi che è minore. Ma lei di Napoli apprezza,nonostante tutto, il cibo nettamente migliore,del clima più bello,della gente calorosa.
Roberta Nardi.

Intervista ad Emmanuel

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Posted by °-°•мαяνу•*-* | Posted on 16:49 | Posted in



Oggi abbiamo parlato un poco con Emmanuel, un nostro compagno di classe venuto dalle Filippine.

Abbiamo ricevuto moltissime informazioni sul suo paese e abbiamo riscontrato molte differenze tra le nostre e le loro abitudini.

Le informazioni più importanti le abbiamo ricevute chiedendogli come fosse la sua scuola infatti è molto grande: ci sono cinque piani , su ogni piano ci sono dieci classi e in ogni classe ci sono cinquanta bambini. Inoltre è molto severa ad esempio quando i ragazzi non riescono ad eseguire un esercizio li mettono con le ginocchia dentro un recipiente contenente migliaia di pietre appuntite e se solo provano a lamentarsi vengono bacchettati; quando sono seduti devono stare in posizione eretta con le mani dietro la schiena e se per un qualunque motivo non sono in posizione eretta vengono di nuovo bacchettati.

Per quanto riguarda l'ambiente fa MOLTO caldo: d' estate ci sono più di 50 gradi,"d' inverno" ( d'inverno tra virgolette perchè fa così caldo in tutto l'anno che è come se non esistesse l' inverno) ci sono 30 gradi o anche più. in Filippine proteggere il proprio habitat naturale è una delle abitudini più importanti, infatti a differenza nostra loro non distruggono la vegetazione per costruire case e industrie anzi la rispettano e se ne prendono cura; infine un altra differenza che abbiamo trovato riguarda la salvaguardia degli adolescenti i quali nelle Filippine non sono protetti e guardati dai genitori abbastanza: Emmanuel ci ha raccontato che i ragazzi fanno tutto ciò che vogliono(si drogano, fumano o bevono).

Queste sono le uniche informazioni che Emmanuel è riuscito a fornirci nell' arco di un'ora di tempo ma cercheremo di farci raccontare di più.



MARIAVITTORIA, SABRINA E RITA.

Fabrizio Gatti

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Posted by Aurora | Posted on 23:01 | Posted in

Per chi vuole seguire Fabrizio Gatti su facebook
http://www.facebook.com/pages/Undercover-di-Fabrizio-Gatti/127529797372621
Fabrizio è un giornalista che fa indagini straordinarie, sotto copertura, cioè fingendosi un'altra persona. Nel libro Bilal ha seguito il viaggio dei migranti nel deserto e si è tuffato in mare di notte a Lampedusa per farsi passare per curdo ed entrare nel centro di identificazione e documentare le condizioni dei migranti.
http://www.meltingpot.org/articolo14241.html
guardate il video all'indirizzo di sopra

letture su migranti

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Posted by Aurora | Posted on 23:39 | Posted in

http://www.livestream.com/avocealta/video?clipId=pla_5b26d564-8cfd-43d3-9273-695e5e0ed31f

Tradizioni inaccettabili

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Posted by madda | Posted on 15:28 | Posted in

Oggi in classe abbiamo parlato delle diverse tradizioni! Ma alcune di queste non sono state "condivise" da noi alunni!Come per esempio la corrida tradizione spagnola, crudele e anche un po' stupida,in cui un toro viene fatto "impazzire" con un mantello rosso e poi viene ucciso a coltellate ! Questa tradizione è anche un po' stupida perché spesso muoiono anche le persone ma nonostante questo viene ancora praticata! Fatemi sapere la vostra opinione ! Madda

Cion CIon Blu

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Posted by Anonimo2000 | Posted on 19:19 | Posted in


Martedì 12 aprile 2012, siamo andati nella libreria «Cion Cion Blu», situata nei pressi di Pozzuoli.
Questa libreria, la cui proprietaria è Monica Marchese, prende proprio dal libro «Cion Cion Blu», di cui l'autore è Pinin Carpi. La libreria ha 10 anni (2002-12) e la gestisce solo lei.  Molti di noi hanno comprato dei segnalibri, mentre altri delle noci che contenevano dei minerali. Era tutto molto bello, ma guardando i prezzi, ci siamo accorti che costavo tutto molto caro. Però, Monica, ci ha spiegato che sono tutte cose
artigianali, fatte a mano. Inoltre questi oggetti non sono nocivi per la nostra salute, cioè non contengono parti che possono irritare la pelle o altro, e non sono lavorati sfruttando le persone, e quindi è bene che una parte e del ricavato vada anche a chi l'ha prodotto.
La libreria era fornita di diverse varietà di libri:  pop-up, di cui  molti di Robert Sobura; quelli di pezza, per i bambini piccolissimi a partire dai 9 mesi, di cui alcuni che abbiamo visto erano sempre di Rober Sobura;
personalizzabili; da colorare;

In libreria ci è venuta a trovare Simona, una collaboratrice della scuola «Pace», che insegna agli stranieri l'italiano. In compagnia di lei, sono venute due donne dello Sri Lanka, una madre e una figlia. La madre si chiamava Kumari, di cui il significato è “principessa”, e la figlia, di d'18 anni, Sulochena, “begli occhi” (su=bei, lochena=occhi). Ci hanno spiegato tante  cose sullo Sri Lanka che non conoscevamo.
La lingua comune è il singalese, mentre buddhismo, islam,
cristianesimo e tamil, sono le religioni in sequenza da quelle più diffusa a quelle con una stretta minoranza
di credenti. loro Loro sono cattoliche. Ci hanno anche detto la pronuncia giusta del nome del loro paese.
Prima di arrivare in Italia, per raggiungere il  padre, che lavora qui da anni,  Sulochena e sua madre abitavano nella grande città Colombo, la capitale dello Sri Lanka.Tornano lì, se la situazione economica lo permette, 2 volte all'anno, ma il costo del biglietto del viaggio aereo Italia (Napoli)- Sri Lanka (Colombo) è di  600euro. Nelle grandi città ci sono palazzi alti, che più che appartamenti ospitano uffici, ma sia lì che nei villaggi le abitazioni più diffuse sono villette. Nella capitale dello Sri Lanka, c'è un museo, “Libertà dello Sri
Lanka”, che contiene i monumenti e documenti storici più importanti della nazione.
La scuola per alcuni aspetti è organizzata diversamente rispetto alla nostra. In classe ci sono sui 35-40 alunni, che sono educati,discreti e silenziosi. I professori, sapendo che i ragazzi sono educati, gli danno più spazio.La lingua sri lankese, ha 60 lettere, quindi è più difficile della nostra. La matematica e l'arte non si
imparano. A parte l'inglese, non ci sono altre lingue straniere da dover imparare. Per loro andare a scuola è d'obbligo fino ai 13 anni, cioè fino in 3^ media. Non c'è discrimainazione tra l'uomo e donna, ma comunque l'uomo è considerato superiore alla donna. Nello Sri Lanka ci hanno detto che non c'è razzismo nè violenza, ma poi hanno ammesso che verso i Tamil ci sono discriminazioni e hanno parlato anche di una guerra dei tamil, che volevano l'indipendenza e che si è conclusa di recente.Come ultima cosa abbiamo visto come si scrive e si pronuncia la frase “Come ti chiami?”(“Nam mokad?”) e ascoltato la favola  srilankese “L'amicizia”, con la tipica morale “Meglio soli che mal accompagnati”, che ci ha letto Sulochena.
Con Simone, infine, abbiamo fatto un laboratorio che consisteva nel capire da che parte del mondo proveniva un oggetto affidatoci da lei stessa, come le bacchette cinesi, un elefante o una statua indiana.
A me è piaciuto molto andarci, ma non mi sono goduto del tutto quest'uscita. Pensavo di fare il laboratorio in compagnia di Sulochena e la madre e di fare non uno, ma almeno due giochi, che per motivi di tempo non abbiamo potuto fare. Inoltre non ho portato i soldi per comprarmi qualche cosa, ma, tutto sommato, se mi chiedessero di rifare quest'esperienza, io ci tornerei volentieri; questa volta armato di portafoglio.

Un avventura all'estero!

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Posted by mauro | Posted on 21:03 | Posted in

Stare in Croazia in verità è stato bello, solo la scuola ci ha portato un po' di difficoltà in più, ma ben presto io mi sono fatto degli amici e mi sforzavo per capire la loro lingua.
Non siamo stati sempre a Zagabria,  quando ero piccolo siamo stati a Zara eci siamo divertiti tutta l'estate. Lì, mio padre mi ha insegnato qualche parola in croato e mi ha portato talmente tante volte a Zara che ora la conosco veramente tutta. A Zagabria è stata dura, è stato un piccolo, ma brutale inferno!


Report sui ragazzi stranieri

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Posted by Simone | Posted on 16:06 | Posted in

Mercoledi 4 aprile, a scuola, abbiammo intervistato un gruppo di stranieri, che frequentano nel nostro istituto i corsi serali per imparare l' italiano. La maggior parte di loro erano africani, provenienti  dal Senegal, Ciad, Mali, Ghana o dalla Costa d' Avorio; però c' erano anche 2 ragazze ucraine ed una signora che è da 36 anni in Italia, proveniente dall'isola di Capoverde. Tutto il gruppo di africani, lavorava in Libia, ma, poichè  era scoppiata la guerra sono dovuti emigrare. Così visto che l'Europa non aveva voluto aiutare Gheddafi,per sua volontà tutti gli stranieri,  tra cui loro, furono costretti a venire in Italia, su delle barche piccole, che potevano contenere solo 13 persone, ma su cui ne venivano imbarcate almeno 100. Inoltre rischiavano la vita, infatti a sbarcare a Lampedusa erano spesso meno della metà; in mare alcuni sono stati nove giorni, per un viaggio di due giorni, con la paura di finire in mare, non sapendo neppure nuotare. Bob ci ha raccontato che a Lampedusa sono stati accolti bene, ma a Napoli non è stato più così; se non ci fosse stata la guerra, lui sarebbe rimasto in Libia a lavorare. Ormai sono 9 mesi che sono a Napoli, precisamente nell'albergo Sant' Angelo. Lo stato li ospita, ha messo anche molti soldi a disposizione per loro, però vengono spesi bene e quindi loro hanno pochi soldi in tasca e non vengono nutriti e nemmeno trattati bene.
La cosa peggiore è che non sanno quale sarà il loro futuro, se saranno accolti in Italia come rifugiati, perchè provenienti da paesi dove c'è la guerra o saranno respinti; per ora non possono lavorare nè spostarsi altrove, si sentono prigionieri e inutili.
Bob, ora che non c' è la guerra, vorrebbe lavorare per un po' e poi tornare al suo paese, la Costa d'Avorio, ma teme che qui, anche se c' è lavoro, ai neri non lo diano. Tra loro sono quasi tutti cristiani, ma di diverse chiese; alcuni sono musulmani e qui tutti possono praticare la loro religione.
La scuola nei loro paesi è severa, le classi sono numerose; in Ciad vanno a scuola solo chi appoggia il presidente.Per Bob lo stato in Italia è migliore di quello del suo paese, perchè in Africa l' oro c' è, ma non è usato nel  modo giusto. La signora che viene da Capoverde, ogni tre anni ritorna nel suo paese.Le due ragazze ucraine invece, hanno lavoro e famiglia a Napoli.La signora svedese infine, è in Italia da tre mesi per imparare la lingua e come lavoro fa la baby-sitter.Insomma, la vita di questi stranieri è difficile.
Simone